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La vera storia di Halloween

Di Paolo Giulisano
Non lasciamoci rubare Halloween
Grandi zucche forate illuminate dall’interno; scheletri e cupe figure incappucciate; risate agghiaccianti e un ritornello ossessivo: dolcetto o scherzetto? Tutto questo è Halloween, una moda, una festa, una nuova consuetudine che si è imposta negli ultimi anni. Ormai la festa di Halloween è entrata perfino nel mondo della scuola: non pochi sono gli istituti scolastici, dalla scuola primaria a quella superiore, dove gli insegnanti fanno festa insieme ai bambini, tra giochi e disegni. Da più parti, di fronte al crescere di questo fenomeno, si è cominciato a manifestare una certa preoccupazione: c’è chi vede in Halloween un ritorno a forme di “paganesimo”, e chi invece un rito folkloristico e consumistico, una specie di innocuo carnevale fuori stagione. Chi ormai più si ricorda, non solo tra i bambini e i giovani e a livello massmediatico popolare, la festività cristiana che Halloween va soppiantando: Ognissanti. In realtà il nome Halloween altro non è che la storpiatura americana del termine inglese All Hallows’ Eve: la vigilia di Ognissanti. Halloween quindi parte da una ortodossa festa cattolica, e finisce per storpiarla in una brutta parodia del sacro. Come è potuto accadere che una tradizione plurisecolare cristiana abbia potuto diventare l’attuale carnevalata in stile horror? Diciamo subito che la festa del 1 Novembre nasce anche prima del Cristianesimo: è forse la più antica festività d’Europa, sorta ai tempi degli antichi Celti, per i quali rappresentava il Capodanno, l’inizio di un nuovo anno.
La Chiesa nell’alto medioevo apprezzò molto questo culto, diffuso particolarmente in Irlanda, che metteva in relazione i vivi con i morti. I morti erano visti non come qualcosa di pauroso, ma erano i propri cari, che ci avevano già lasciato, e che andavano ricordati. L’origine del “fenomeno” Halloween come lo conosciamo oggi è tutto americano: l’America ha deciso di scartare il senso cattolico di Ognissanti, trattenendo nella cosiddetta Halloween l’aspetto lugubre dell’aldilà, con i fantasmi, i morti che si levano dalle tombe, le anime perdute che tormentano quelli che in vita arrecarono loro danno: un aspetto che si tenta di esorcizzare con le maschere e gli scherzi. Dagli schermi di Hollywood e dalle irrequiete città americane la messinscena di Halloween è arrivata così da qualche anno nella vecchia Europa: Ovviamente il vecchio continente non poteva rimanere a lungo senza adottare il nuovo “culto”; così vediamo diffondersi sempre di più da noi Halloween con il suo corteo di articoli più o meno macabri- teschi, scheletri, streghe- che non si propone come una forma di neopaganesimo, non come un culto esoterico, ma semplicemente come una parodia della religiosità cristiana autentica, a fini prevalentemente consumistici: vendere un po’ di prodotti carnevaleschi in più, (il cosiddetto merchandising di HaIloween) maschere, teschi, zucche, mantelli cappellacci e altro, nonchè spazi pubblicitari nei film dell’orrore mandati sulle reti televisive. Halloween è proposta commercialmente come una festa giovane, divertente, diversa, “trasgressiva”; ci si traveste da fantasma, strega o zombie e si balla nelle feste. Tuttavia Halloween non può essere considerata semplicemente un fenomeno commerciale o un secondo Carnevale: è una festa antichissima che ha attraversato i secoli, con usi e costumi che nel tempo si sono ridefiniti ma che hanno conservato lo stesso significato. Ancora oggi, nei giorni tra il 31 ottobre e il 2 novembre, si continuano a celebrare i defunti. Nei paesi cattolici le candele accese sulle tombe di amici e parenti illuminano i cimiteri. Le lanterne appese alle finestre delle case rimangono accese ad illuminarle e i fuochi vengono accesi a riscaldare le ossa fredde. In Polonia le porte e le finestre delle case vengono lasciate aperte per accogliere gli spiriti e le anime in visita. Molti dei riti e dei giochi che si fanno durante questa settimana in molte case affondano le loro radici nella tradizione antica: candele e falò che illuminano le finestre e il cielo, i frutti dell’ultimo raccolto come mele e noci nei piatti. In conclusione, anche se l’attuale Halloween d’importazione americana, una festività consumistica, svuotata di significato, buona solo per far fare il pieno alle discoteche, semplicemente un carnevale con un tocco di macabro, può essere comunque un’occasione da non perdere. Halloween va salvata: le va ridato tutto il suo antico significato, liberandola dalla dimensione puramente consumistica e commerciale e soprattutto estirpando la patina di occultismo cupo dal quale è stata rivestita. Si faccia festa, dunque, una festa a lungo attesa, e si spieghi chiaramente che si festeggiano i morti e i santi, l’avvicinarsi dell’inverno, il tempo di una nuova stagione e di una nuova vita.


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