dal 1953 la voce di San Gaspare nel mondo
Ma era proprio necessario cambiare alcune parole della Messa e del Padre Nostro?

Di Vincenzo Giannuzzi
Caro padre Vincenzo sono Alfonso, le scrivo da Napoli, ho 48 anni sono sposato, ho tre figli, dirigo un’azienda familiare che, grazie a Dio, continua ad andare avanti assicurando un minimo di lavoro a diversi dipendenti, nonostante la crisi lavorativa che prende sempre più piede
a causa della pandemia.
Sono molto attivo nella mia Parrocchia, insieme a mia moglie guido un gruppo di bambini nella catechesi in preparazione alla prima Comunione.
Il mio parroco ha iniziato a celebrare utilizzando il nuovo messale e mi sono accorto delle diverse modifiche come la preghiera del Padre Nostro, il Gloria, alcune preghiere eucaristiche, ecc. Noto in questi cambiamenti un linguaggio che mi sembra offuschi il mistero che si celebra. Mi sembra di percepire un linguaggio troppo “umano”, “sensibile”.
Mi chiedo se era proprio necessario un cambiamento.
Mi scusi se le sembro un po’ critico, ma faccio difficoltà ad accogliere il cambiamento.
Alfonso da Napoli
questo nuovo Messale, che arriva nelle nostre Chiese dopo 17 anni di lavoro, è espressione di un rinnovamento nel solco della riforma liturgica. Non si pone in
discontinuità con le edizioni precedenti ma conserva in continuità e progresso l’intento fondamentale del Messale di Paolo VI, cioè quello di condurre il popolo di Dio a una celebrazione più partecipata e fruttuosamente vissuta. In realtà, caro Alfonso, la scelta di un linguaggio meno formale o meno tecnico e quindi
più “sensibile”, più “umano” permette una partecipazione più attiva e viva dei fedeli. La parola è il mezzo che aiuta il popolo santo di Dio ad entrare con tutto se stesso, corpo, anima e spirito, nel mistero di salvezza che si celebra: la Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.
Si percepisce ancora di più che la vita nuova di figli è un dono di Dio, non è uno sforzo umano, ma un dono, a noi spetta solo aprire il cuore e accogliere questo grande regalo.
Ecco allora che questa nuova versione permette a ciascuno di noi di avvicinarci di più al Dio di Gesù Cristo, che è Padre, di riconoscerlo Signore della vita, Salvatore, una salvezza che passa per l’umanità, per la debolezza dell’umanità. Dio ha scelto di salvarci, di donarci la vita dello Spirito, la vita di figli e quindi la libertà del cuore facendosi carne, uomo con tutta la sua fragilità, e questa nuova versione del Messale aiuta ancora di più ad entrare in una relazione sincera, bella e filiale con Dio.
Coraggio Alfonso, apri il cuore a questo nuovo modo di esprimere il mistero di Dio che non lo cambia o lo offusca ma lo esalta ancora di più.
Ti saluto e ti assicuro la mia preghiera.

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